Il futuro economico dell’industria alimentare italiana nel 2020, dopo l’emergenza legata al Coronavirus, sembra incoraggiante. La crisi attuale è di natura extra-economica. Il comparto alimentare negli ultimi anni è stato fortemente dinamico. L’alimentare si è posizionato al secondo posto, dopo l’industria chimica, per incremento della produttività del lavoro tra il 2014 e il 2019. L’agroalimentare è un settore solido e questo fattore è stato confermato anche con l’emergenza da Covid-19, registrando un incremento delle vendite rispetto all’anno precedente.
I settori più rilevanti sono il lattiero-caseario e la trasformazione ortofrutticola. Ma principalmente, le buone performance con cui il settore agroalimentare si è distinto negli anni sono attribuibili ai mercati esteri. La domanda nazionale di alimenti e bevande è stagnante da un decennio. Le esportazioni dall’Italia, infatti, sono cresciute progressivamente.
Nel Sud Italia, le specializzazioni in termini di fatturato sono quelle dell’ortofrutta con il 25% sul campione meridionale; segue il lattiero-caseario con il 13,7%, la pasta con l’11,6% e il vino con l’11,2%.
Fonti: Rapporto ISMEA
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